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domenica 20 dicembre 2009

Ho finito di ascoltare l'intervista che Andreas Formiconi ha rilasciato a Stefano Balassone, su RED TV. Questo è il link al video, visualizzabile comunque sul blog del professore: http://www.redtv.it/video/2508.
Riflette, credo, il pensiero di tanti di noi insegnanti che ci accorgiamo quanto la scuola stia allontanandosi dal mondo al quale dovrebbe preparare e che siamo alla ricerca di strade di mediazione possibili tra queste due realtà affinché possano presto ( e questo penso che sarà difficile) tornare a rispecchiarsi una nell'altra.
Se abbiamo scelto o svolgiamo questa professione con passione, non possiamo rimanere indifferenti davanti alla constatazione che sempre di più andare a scuola, per la maggioranza dei ragazzi è un peso, meglio o peggio sopportato, ma comunque un peso. Un mio ex alunno che quest'anno sosterrà la maturità scientifica, ragazzo intelligente e dotato con il quale sono regolarmente in contatto attraverso Facebook, sosteneva con me che non vede l'ora di lasciarsi alle spalle il liceo dove ritiene di aver "perso cinque anni di tempo"!! a studiare "materie inutili"!!.
"Non so l'inglese, perché la professoressa lo conosce quanto me(!); storia e latino sono una barba spaventosa; di italiano sono costretto a scrivere parole su parole,seguendo tracce che non sento mie; chimica e biologia sarebbero interessanti ma se potessimo lavorare in laboratorio, guardare figure sul libro non è granché; matematica almeno è divertente, gli esercizi cambiano sempre...". Non sono stata capace né mi sono sentita di smentire le parole di questo ragazzo : qualcosa però deve cambiare e in fretta!
Il professor Formiconi ci ha provato, ci sta provando e sostiene di avere un ottimo riscontro, gli studenti apprendono e, per citare il suo blog, mutano.
Non è quello che da insegnanti vorremmo tutti?
E allora sì ai vincoli dei programmi ministeriali ( a quelli non possimo sottrarci) ma sì anche al rinnovamento dei nostri interventi didattici, del nostro modo di rapportarci con i ragazzi per imparare ad ascoltarli e riuscire così a conoscere come comunicano e ciò di cui hanno davvero bisogno per diventare grandi in questo mondo.
L'esperienza della IUL, nel mio caso, è stata importantissima perché mi ha permesso di fare autocritica e mi ha offerto la possibilità di conoscere strumenti didattici innovativi e soprattutto di sperimentare una reale cooperazione tra pari.
E' facendo che si apprende e, soprattutto, non si dimentica e allora è così che è necessario operare con i nostri alunni. Se ci troveremo in difficoltà, impareremo assieme a loro e questo sarà un successo, non una sconfitta.
Una buona comunicazione veicola contenuti e non è questo lo scopo che da insegnanti ci prefiggiamo?

3 commenti:

  1. Condivido Renata! Ho ascoltato l'intervista e ho riflettuto in maniera analoga alla tua. Alcuni dei miei studenti avvertono lo stesso disagio... (nella scuola dove insegno quest'anno siamo vincolati al programma ECDL, nelle ore di Trattamento testi...) vorrebbero fare qualcosa di diverso... avevano gia fatto queste cose alle medie, pensavo di fargli costruire un blog, in maniera libera, magari mentre altri fanno altri lavori... cosa ne pensi?

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  2. Ma sì, Gabriella, mi sembra una buona idea. Il fatto di costruire un blog li dovrebbe stimolare ad impegnarsi personalmente in una comunicazione significativa e, per i ragazzi di oggi, sarebbe già un successo. Chissà che poi qualcuno di loro non trovi in questo approccio un modo per rivalutare la propria esperienza scolastica!

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  3. Non c'è dubbio che ci stia provando tuttavia le mie sperimentazioni, che andavano bene così fino ad ora, a questo punto iniziano ad avere il difetto della superficialità alla quale sono vincolato dall'eccessivo numero di corsi e studenti.

    Mi sto sforzando di approfondire ma ci riesco solo a tratti, abbastanza sporadici. Mi piacerebbe tantissimo fare un'esperienza con una classe di non più di circa 50 studenti ...

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