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domenica 24 gennaio 2010

C'era una volta...

Gli ultimi post del blog di Andreas che fanno riferimento alle OER e in parte anche il post sulla privacy mi hanno fatto ripensare a quando ho iniziato la mia carriera nel mondo della scuola. Per diversi motivi, il mio percorso di insegnante è stato atipico. Coltivavo il sogno di dedicarmi alla filologia classica come ricercatrice ed invece gli eventi della vita mi hanno portato a diventare insegnante di scuola primaria con un certo ritardo rispetto a tanti altri colleghi della mia stessa età. A distanza di anni, direi che sono stata fortunata: la scuola primaria è stata per anni un vero laboratorio attivo e fecondo di esperienze diverse e coinvolgenti che favorivano non solo la crescita dei bambini ma anche quella dei docenti. Per me che venivo dalla facoltà di lettere classiche e, prima ancora, dal liceo classico più tradizionale della mia città, l'impatto con la realtà del tempo pieno, nei primi anni ottanta, è stata molto significativa per tutto il resto della mia carriera. Allora, nelle scuole coesistevano le sezioni con il maestro(o maestra) unico che aveva l'aula staticamente ordinata, con la guida didattica sulla cattedra per la scansione giornaliera delle attività (dalla preghiera del mattino ai compiti da assegnare a casa per il pomeriggio), in cui i bambini con il grembiulino stavano sempre seduti silenziosi e composti e dove la porta era sempre chiusa così come i cassetti e gli armadi. Solitamente ad un altro piano (erano troppo rumorose!) c'erano le sezioni a tempo pieno dove i bambini e i loro maestri sperimentavano una scuola finalmente aperta. Le attività proliferavano: dal teatro, ai burattini, alla ceramica, alla musica, alle frittelle e ai biscotti...si manipolavano materiali, si giocava, si imparava, si insegnava, si cooperava, si condivideva e si... sorrideva! Insegnando in queste sezioni (fortunatamente per me gli ultimi arrivati erano assegnati a queste classi) mi sono formata una visione della scuola contrastante in tutto con quella in cui ero cresciuta!
Ogni classe a tempo pieno dove ho insegnato in quegli anni è stata un' OER a cui ho attinto, ricavando materiali non tanto dai prodotti quanto dai processi che portavano ad essi. Nelle sezioni a tempo normale (già l'uso di questo aggettivo la dice lunga sull'idea che in quegli anni si aveva del tempo pieno...)si studiava a memoria "Il 5 maggio" da portare all'esame di quinta e, se si entrava come supplenti, non si poteva avere accesso né all'elenco dei bambini della classe né ai loro quaderni (chiusi rigorosamente a chiave negli armadi); nelle sezioni a tempo pieno si leggevano brani tratti da "Lettera ad una professoressa" e si lavorava per classi aperte, discutendo e confrontandosi ma partendo dai bisogni dei bambini e da uno soprattutto: quell di stare bene a scuola!

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